Gay & Bisex
The safety word
di SempreNudoGenova
10.05.2021 |
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"Mi tolse il cazzo dalla bocca e mi ordino di leccargli i piedi e mentre ero chino sui suoi piedi mi infilò le dita in culo e lo allargò con forza provocandomi..."
Ci eravamo conosciuti attraverso un sito internet, era venuto diverse volte a scoparmi nel mio ufficio ed era sempre un piacere riceverlo, quando decideva di scaricarsi i coglioni mi scriveva su whatsup, mi preparavo completamente nudo e come suonava il campanello gli aprivo la porta e mentre lui entrava io mi mettevo prono a terra col buco del culo ben in vista e la testa a terra, non lo avevo mai visto in faccia conoscevo perfettamente le dimensioni e il sapore del suo cazzo che si alternava tra culo e bocca.Ogni volta il fatto di essere in quella posizione e la possibilità molto remota che non fosse lui ad entrare mi faceva sempre stare un po’ in ansia ma allo stesso tempo mi eccitava sino a che non sentivo la sua voce, lui sapeva di questo mio timore-eccitazione e prima di darmi della cagna facendosi riconoscere mi toccava il culo una volta schiaffeggiandolo una volta infilando un dito dentro con violenza o strizzandomi i coglioni.
Come sentivo la sua voce mi rilassavo ed ero pronto a soddisfarlo come meglio avrebbe voluto, sin dalla prima volta come lui entrava indossava un passamontagna e così non ebbi mai la possibilità di guardarlo in faccia, conoscevo ogni cm del suo corpo i suoi occhi verdi che mi guardavano mentre mi dedicavo al suo cazzo leccandolo e succhiandolo.
Quel pomeriggio era particolarmente arrapato perché anziché togliersi solo i pantaloni si era spogliato completamente nudo, aveva iniziato a incularmi con forza insultandomi, i colpi di reni che mi dava erano particolarmente forti, toglieva il cazzo dal culo per mettermelo in bocca tenendomi la testa lo infilava sino in gola provocandomi conati di vomito.
Mi tolse il cazzo dalla bocca e mi ordino di leccargli i piedi e mentre ero chino sui suoi piedi mi infilò le dita in culo e lo allargò con forza provocandomi a dire il vero anche dolore, i mugolii di piacere si trasformarono in gemiti di dolore sino a che non tolse dita per rimetterci il cazzo. Mentre mi stantuffava il buco dolorante e mi dava della cagna frugò nelle tasche dei suoi vestiti per cercare qualcosa che mi avrebbe fatto indossare, un cappuccio da sm nero che aveva un solo buco per la bocca che mi impediva di vedere, mentre mi aggiustava il cappuccio per far combaciare il foro con la bocca i suoi colpi diventarono più lenti sino a che non si tolse il suo passamontagna e con un grugnito di godimento non si scaricò completamente nel mio culo.
Come tolse il cazzo dal culo me lo mise in bocca per farselo pulire infilandolo nel buco della maschera dicendo che da quel momento avrei dovuto indossarlo ogni volta in modo che lui potesse essere libero di non portare il passamontagna e che non avrei più dovuto aspettarlo prono per non vederlo.
Una volta ripulito il cazzo mi fece sedere a terra a gambe larghe con un plug piantato in culo e mentre mi spingeva a terra appoggiandosi alle mie spalle sentii il suo piede appoggiarsi sulle mie palle e mentre me le calpestava mi ordinò di alzare lo sguardo, sapendo che non lo avrei potuto vedere, e mi riverso in faccia un fiotto di piscio ordinandomi di tenere la bocca aperta cercando di fare centro nella maschera.
Mi lascio a terra con i coglioni doloranti il plug piantato dentro e la maschera e il mio corpo completamente zuppo di piscio, si rivestì dicendo che adesso da brava cagna lo avrei accontentato anche fuori del mio ufficio.
Dopo pochi giorni mi arrivò un messaggio dove mi ordinava che avrei dovuto raggiungerlo per provare giochi nuovi, dovevo presentarmi con solo indosso una tuta da ginnastica senza nulla sotto e in infradito, avrei dovuto suonare alla porta e come sentivo che stavano per aprire avrei dovuto indossare la maschera e seguire le indicazioni senza dire neppure una parola.
Avrei dovuto fare tutto quello che mi veniva ordinato e se avessi voluto fermare il gioco avrei dovuto solo dire “POMPEI”, una situazione sicuramente nuova, ma avevo fiducia in lui che ormai conoscevo da tempo, fantasticavo su cosa avrebbe voluto farmi quali giochi aveva in mente in una location differente dal mio ufficio.
Il giorno dell’appuntamento era giunto, mi ero fatto una bella doccia depilato per bene, avevo indossato solo la tuta da ginnastica e avevo con me gli infradito e il cappuccio, arrivato davanti al palazzo posteggiai lo scooter misi casco e scarpe sotto la sella e indossando solo le infradito suonai il citofono tenendo in mano la maschera nera. Al citofono la sua voce mi disse “ultimo piano appartamento 22” entrai nel portone e presi l‘ascensore e come fui sul pianerottolo davanti alla porta suonai e come sentii un rumore dietro la porta calzai la maschera. Mi prese per un braccio e mi fece entrare e come chiuse la porta alle mie spalle “Brava cagna togliti la tuta” mi tolsi velocemente la tuta rimanendo completamente nudo, l’odore che sentivo era di vernice e immaginai di essere in una casa in ristrutturazione, “Da adesso non devi dire neppure una parola, farai tutto quello che ti ordino e se vorrai che mi fermo dovrai solo dire la safety word” prendendomi per il cazzo mi portò dal corridoio in una stanza, doveva essere vuota perché la sua voce rimbombava e l’odore di vernice era più forte.
Mi fece inginocchiare e mi mise il cazzo in bocca mentre sentivo che si stava spogliando, io succhiavo il suo cazzo mentre i suoi vestiti cadevano a terra, come il cazzo divenne di marmo mi spinse la testa a terra e mi si mise dietro infilando il cazzo nel mio culo senza neppure lubrificarlo, con un colpo secco infilò tutto il cazzo dentro provocandomi un gemito di dolore, dopo qualche colpo ben assestato il mio buco si adattò e iniziò come al solito a bagnarsi di umori.
Dopo un po’ di colpi lo tolse dal culo me lo mise in bocca per farselo pulire e poi mi fece alzare per farmi coricare su un tavolo, subito pensai dovesse essere un tavolino perché la testa mi pendeva fuori del tavolo mentre il culo stava appena appoggiato ma quando mi prese le gambe alzandole e legandole a qualcosa capii che si trattava di una sorta di impalcatura, così mi trovai con le gambe larghe legate in alto a tenere il buco ben aperto la testa penzoloni all’indietro e le mani legate come le gambe. “Bene adesso sei completamente nelle mie mani, non puoi muoverti e scappare e posso fare tutto ciò che voglio con il tuo corpo” sentii un brivido lungo la schiena quali sarebbero state le sue intenzioni? avevo forse riposto male la mia fiducia in lui? Sentii le sue mani prendermi i coglioni e tirarmeli mentre le sue dita mi lavoravano il buco del culo che già sollecitato dal suo cazzo si apriva e avvolgeva le sue dita. Nei nostri incontri precedenti non avevo mai sborrato lasciando a lui solo il piacere di godere per poi masturbarmi in sua assenza sditalinandomi e assaggiando la sua sborra che aveva depositato nel mio culo. Il mio cazzetto sollecitato dal lavorio al culo e dalle tirate di coglioni si stava svegliando, “Troia non voglio che godi mentre ti uso quindi…” smise di tirarmi i coglioni e di dilatarmi il culo allontanandosi. Dopo poco tornò e iniziò a toccarmi il cazzo che si era ramollato, sentii che stava mettendo qualcosa di freddo intorno ai coglioni e subito dopo la stessa sensazione di freddo sulla cappella, mi stava mettendo una cintura di castità di quelle piccole piccole che mi lasciavano i coglioni liberi e il cazzo compresso. “Da adesso questa sarà la tua compagna, non potrai più ne toccarti ne fartelo venire duro, e se fossi in te non ci proverei perché è dolorosa un’erezione con la cintura di castità anche se il tuo cazzo è piccolo.” Riprendendo a tirarmi i coglioni e a lavorarmi il buco del culo.
Effettivamente come riprese a sollecitarmi il buco una nuova erezione si manifestò e un dolore lancinante alla cappella mi fece gemere dal dolore, a sentire i miei lamenti si eccitò e le sue dita aumentarono i movimenti nel mio culo entrando sempre più in profondità quattro dita erano dentro e ancora una po di lavoro e di lubrificante e la mano sarebbe entrata tutta.
Il dolore alla cappella però era inferiore al piacere che mi provocava al buco del culo e senza accorgermene mi trovai a sborrare col cazzo mollo, sentivo la sborra colare dalla gabbia di metallo che circondava la cappella mentre il buco del culo si stringeva intorno alle sue dita, “Non dovevi sborrare, e adesso ti faccio bere la tua produzione” tolse la mano dal culo e raccolse la sborra e me la fece leccare dalle sue dita.
Mentre leccavo la mia sborra “Adesso devi far godere me e il sapere che tu non godi più o che magari ti dà fastidio continuare mi eccita ancora di più” fortunatamente anche dopo aver sborrato la voglia non mi passa anche se il buco diventa meno ricettivo.
Si mise tra le mie gambe e tenendomi per i coglioni puntò il suo cazzo sul mio buco che si era richiuso e con un colpo bello forte lo infilò tutto dentro sino alle palle, in quella posizione lo sentivo tutto dentro i sui ventun centimetri di carne erano tutti dentro e le palle sbattevano sul culo. Quando lo tolse per mettermelo in bocca con la testa in quella posizione anziché spingere sul palato entrò dritto dritto in gola provocandomi subito conati di vomito.
Alternò diverse volte culo gola sino a che non mi scaricò tutto il suo seme in culo insultandomi per poi farmi pulire il cazzo con la bocca, quando finì mi slegò mani e piedi permettendomi di rialzarmi e portandomi alla porta d’ingresso dove avevo lasciato la tuta “Adesso rivestiti e levati dai coglioni” mi porse la tuta e le infradito, mi infilai la giacca e i pantaloni lasciandoli sotto ai coglioni per farmi togliere la cintura di castità quando disse “Questa te la tieni sino a che non ci rivediamo, e solo in caso d’urgenza mandami un messaggio per fartela togliere, e adesso levati dai coglioni” mi tirò su i pantaloni e mi spinse fuori della porta lanciando le infradito sul pianerottolo.
Come chiuse la porta mi tolsi la maschera cercai velocemente gli infradito e chiamai l’ascensore e scendendo mi abbassai i pantaloni per vedere con cosa avrei dovuto convivere nei giorni seguenti, arrivato allo scooter misi le scarpe lasciando gli infradito sotto la sella e mi diressi a casa con non poca fatica a stare seduto con i coglioni bloccati nella cintura che si schiacciavano ad ogni buca. Arrivato a casa mi buttai sotto la doccia e scaricando la sua sborra dal culo ebbi una nuova erezione dolorosa senza però poter sborrare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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